Farmaci Erezione

Viagra (Rabestrom), Cialis (TELEFIL), Levitra, Spedra

Differenze in termini di efficacia, velocità d’azione e durata dell’effetto terapeutico


Il meccanismo d’azione

Il mediatore chimico fondamentale per l’erezione è l’ossido nitrico (NO). Questa molecola è in grado di portare al rilassamento della parete dei vasi determinando la vaso-dilatazione necessaria a facilitare l’afflusso di sangue al pene.

I farmaci possono prolungare l’effetto dell’ossido nitrico (non di produrlo)

Viagra, Cialis, Levitra e Spedra non sono capaci di provocare erezioni spontanee è necessario lo stimolo sessuale (per produrre l’ossido nitrico).

Efficacia terapeutica

Tutti e 4 i farmaci in questione hanno dimostrato un’efficacia molto elevata e variabile dal 60 al 90% dei casi in relazione alla severità della disfunzione erettile.


Velocità d’azione

Per quanta riguarda la velocità della comparsa dell’effetto terapeutico esistono invece importanti differenze tra i vari farmaci in questione. Nel caso del sildenafil (Rabestrom) l’effetto inizia circa 45 minuti dopo l’assunzione e il picco dell’efficacia terapeutica avviene dopo altri 45 minuti. E’ quindi consigliabile assumere il Sildenafil circa 1 o meglio 1,5 ore prima del rapporto sessuale. La velocità d’azione del vardenafil (Levitra) è molto simile a quella del sildenafil e valgono pertanto le stesse raccomandazioni (tempi più rapidi possibili per le formulazioni ORODISPERSIBILI)

L’avanafil (Spedra) si differenzia per una più veloce comparsa dell’effetto terapeutico: l’inizio avviene già dopo 25 minuti dall’assunzione e il picco d’efficacia si realizza a 45 minuti. Questa caratteristica rende lo Spedra particolarmente indicato per rapporti sessuali non programmati e decisi “all’ultimo momento”: basta “temporeggiare” per circa una mezz’oretta - eventualmente dedicandosi ai preliminari (!) - prima di iniziare l’atto penetrativo.

Al contrario, tadalafil (Telefil) si rivela il più lento: anche se l’azione terapeutica inizia a manifestarsi dopo 60 minuti dall’assunzione, il suo picco si raggiunge solo a 2,5 ore. Questo significa che è consigliabile iniziare il rapporto sessuale non prima di 2,5 - 3 ore.

Durata dell’effetto terapeutico

Il tadalafil (Telefil) risulta il vincitore: il suo effetto terapeutico infatti arriva fino a circa 36 ore dall’assunzione e – per questa sua caratteristica – si è “guadagnato” l’appellativo di “pillola del week-end”. Viagra e levitra hanno un’ effetto di circa 6-8 ore mentre quella dello Spedra raggiunge le 10-12 ore


L'efficacia può essere influenzata da cibo e alcool ?

L’efficacia si riduce se assunti insieme o subito dopo il pasto, soprattutto quando il cibo è ricco di grassi e alcool. Quanto detto vale soprattutto per sildenafil (Rabestrom) e vardenafil (Levitra), meno influenzato da cibo e alccol è il tadalafil (Telefil).



Gli effetti collaterali e le controindicazioni ai farmaci per la disfunzione erettile: sildenafil (Rabestrom), tadalafil (Telefil), vardenafil (Levitra) e avanafil (Spedra).

Avanafil (Spedra): maggiore selettività d'azione.

Tra i farmaci inibitori delle 5PDE, quello più selettivo è risultato l’avanafil (Spedra). Per questo motivo l’incidenza di effetti collaterali nei pazienti che utilizzano lo Spedra risulta più bassa di quella osservata per gli altri farmaci in questione. Si tratta comunque di differenze abbastanza modeste, dato che anche sildenafil, tadalafil e vardenafil hanno un’ottima selettività d’azione.



Gli effetti collaterali più comuni

In generale si può dire che l’incidenza di effetti collaterali per questo gruppo di farmaci sia bassa. Si tratta solitamente di fenomeni di scarsa pericolosità che tendono a risolversi spontaneamente.

1. L’evento avverso più comune è il mal di testa (cefalea): si verifica nel 10-15% dei soggetti.

2. Le vampate di calore con possibile arrossamento del viso (“flushing”): avvengono in circa il 5-10% dei casi, soprattutto quando i farmaci utilizzati sono il Viagra o il Levitra.

3. La congestione nasale è un altro possibile effetto collaterale che può verificarsi fino nel 10% dei pazienti, in particolare in chi usa il Levitra e in parte anche il Cialis.

4. Fastidi gastrointestinali aspecifici possono accadere in circa il 5% dei casi.

5. Le anomalie della visione sono invece rare e coinvolgono solamente il 2% dei pazienti che utilizzano Viagra o Levitra.

6. Il riscontro di vertigini è stato osservato in meno del 2% dei casi.

7. Un evento avverso tipico del Tadalafil ma comunque non troppo frequente – dato che riguarda solo il 5-6% dei pazienti – è rappresentato dal mal di schiena o da dolori muscolari.


Le controindicazioni assolute

L’utilizzo dei farmaci inibitori della 5PDE non determina un aumento del rischio di infarto miocardico o di fenomeni cardio-circolatori. Salvo alcune eccezioni legate ad eventuali terapie con nitrati, gli inibitori della 5PDE possono essere utilizzati anche in soggetti cardiopatici o con problemi circolatori, purché di entità non severa e in fase di compenso stabile.

L’utilizzo di questi farmaci va invece assolutamente evitato nelle seguenti situazioni (in quanto realmente pericolosi):

1.Pazienti che hanno avuto negli ultimi 6 mesi un infarto miocardico, un ictus o episodi di pericolose aritmie cardiache.

2.Pazienti con problemi severi e non compensati di ipotensione o ipertensione.

3.Pazienti che soffrono di angina instabile o severo scompenso cardiaco(classe IV della New York Heart Association – NYHA).

4.Pazienti in terapia con nitrati o nitroderivati. In questo gruppo di farmaci rientrano la nitroglicerina (Trinitrina, Venitrin, Deponit, Adesitrin, Minitran, Nitraket, Nitroderm, Triniplas, ecc), l’isosorbide dinitrato (Carvasin, Nitrosorbide, Dinike) e l’isosrbide mononitrato (Monoket, Monocinque, Vasdilat, Duronitrin, Ismo, ecc) utilizzati tipicamente nella terapia dell’angina pectoris e/o nella prevenzione degli attacchi angiosi. L’utilizzo combinato dei nitrati con gli inibitori della 5PDE può portare ad un accumulo di cGMP con rischio di fenomeni ipotensivi severi e incontrollati.

Situazioni a basso rischio

L’azione vasodilatatoria indotta dai farmaci inibitori della 5PDE determina di solito un calo della pressione arteriosa di entità trascurabile e privo di conseguenze cliniche. In presenza di altre terapie l’effetto ipotensivo può risultare più marcato. Questo può accadere in particolare nei pazienti in terapia con:

•Farmaci antipertensivi (diuretici, calcio-antagonisti, ACE-inibitori, beta-bloccanti). In questi casi la co-somministrazione degli inibitori della 5PDE può determinare un abbassamento eccessivo della pressione arteriosa: si tratta comunque di casi rari e quasi sempre non severi. In generale l’utilizzo degli inibitori della 5PDE non è controindicato nei pazienti in terapia anti-ipertensiva, nemmeno in quelli che assumono più categorie di farmaci.

•Farmaci alfa-litici (o alfa-bloccanti) usati tipicamente nella terapia dell’iperplasia prostatica benigna (IPB) e in alcuni casi di ipertensione. Anche questa categoria di medicine determina una vasodilatazione e l’effetto può quindi sommarsi a quello degli inibitori della 5PDE, causando abbassamenti eccessivi della pressione arteriosa. Questo evento è più evidente quando si utilizzano alfa-litici della prima generazione (come doxazosina e terazosina), mentre avviene molto più raramente per gli alfa-litici più recenti (tamsulosina, alfuzosina e silodosina). In generale valgono le stesse precauzioni dette in precedenza: si utilizzano all’inizio dosaggi più bassi degli inibitori della 5PDE e si cerca di distanziare nel tempo la loro assunzione da quella degli alfa-litici. L’utilizzo del tadalafil (telefil) nei pazienti in terapia con tamsulosina (Omnic) sembra quello più sicuro da questo punto di vista.


Conclusioni

I farmaci inibitori della 5PDE sono responsabili di effetti collaterali rari, di scarso impatto clinico e a risoluzione spontanea. L’avanafil (spedra) - essendo dotato di maggiore selettività d’azione - presenta un’incidenza di effetti collaterali minore rispetto agli altri farmaci di questa categoria. Si tratta comunque di farmaci sicuri, che possono essere impiegati anche nei soggetti cardiopatici o con problemi circolatori, a patto che il quadro clinico sia compensato e stabile, in assenza di eventi acuti recenti e soprattutto senza concomitanti terapie a base di nitrati.