Disturbi dell'Eiaculazione

L’Eiaculazione Precoce (EP) è una disfunzione sessuale estremamente diffusa caratterizzata da un’eccessiva rapidità dell’eiaculazione stessa. Non esiste una definizione univoca per tale problematica dato che diverse società scientifiche hanno prodotto definizioni e descrizioni leggermente differenti; tre sono gli aspetti in comune emersi dalle varie definizioni:

  1. Eiaculazione che avviene prima o poco dopo la penetrazione e, comunque, prima che il paziente lo desideri.

  2. Mancanza di controllo sull’eiaculazione (incapacità di ritardare l’orgasmo).

  3. Impatto negativo sul paziente con disagio, frustrazione e propensione ad evitare l’attività sessuale.

Tempo di latenza eiaculatoria intravaginale (“IELT”) - ovvero l’intervallo temporale tra l’inizio della penetrazione e l’orgasmo sessuale – Alcune definizioni si basano anche su aspetti oggettivi / quantitativi come il tempo di latenza eiaculatoria dopo la penetrazione vaginale (IELT) e il numero di spinte pelviche: si tende a considerare precoce un’eiaculazione che avviene entro 1 minuto dalla penetrazione e/o in seguito a un numero di spinte inferiore a 15.


Tipi di Eiaculazione Precoce:

Si distingue l’eiaculazione precoce primaria (o congenita) dall’eiaculazione precoce secondaria (o acquisita).

  • La prima tipicamente si manifesta dall’inizio dell’attività sessuale e rimane costante nella vita (viene anche definita “long-life”), indipendentemente dal tipo di attività sessuale e dalla partner. Questa forma sembra essere causata da alterazioni della trasmissione della serotonina a livello del sistema nervoso centrale. Anche l’ipersensibilità locale a livello penieno può contribuire alla genesi di questa problematica sessuale.

  • La forma secondaria, al contrario, tende a manifestarsi dopo un periodo di funzione eiaculatoria normale e risulta spesso causata da patologie infiammatorie come prostatiti, vesciculiti, uretriti o balanopostiti. Anche la disfunzione erettile in alcuni soggetti può essere la causa dell’eiaculazione precoce: in questi casi l’eccessiva stimolazione necessaria a raggiungere una valida erezione determina la comparsa di un’eiaculazione anticipata.

  • Un terzo tipo di eiaculazione precoce è rappresentato dalla forma saltuaria o situazionale: in questi pazienti il problema si verifica in maniera incostante e solo in determinate situazioni (come ad esempio con una nuova partner).

  • Si parla invece di disfunzione eiaculatoria simil-prematura in presenza di pazienti con la sensazione di avere un’eiaculazione troppo veloce con i relativi disagi ma in presenza di tempi eiaculatori in realtà all’interno del range di normalità.

  • Un sottotipo di EP particolarmente grave viene definito “ante portas” e si verifica in pazienti in cui l’orgasmo avviene prima dell’inizio della penetrazione vaginale.

Quanto è diffusa l’Eiaculazione Precoce ?

Si tratto di un problema notevolmente diffuso e colpisce tra il 20 e il 30% della popolazione maschile sessualmente attiva. La forma primaria è quella più frequente, seguita da quella secondaria e poi dalla forma situazionale. Non è sempre facile valutare l’incidenza del problema dato che le definizione di EP stessa non è univoca.


Cause dell'Eiaculazione Precoce:

La forma primaria di EP sembra essere collegata a disordini della trasmissione della serotonina a livello del sistema nervoso centrale. E’ stato infatti dimostrato come il neurotrasmettitore serotonina sia responsabile di un’azione inibitoria sul riflesso eiaculatorio: in caso di ridotte concentrazioni o di problematiche a livello dei recettori si verificherebbe la comparsa dell’eiaculazione precoce. Altre cause di EP primaria sono costituite dall’ipersensibilità del pene (come in alcuni pazienti con fimosi e frenulo breve) e dalla eccessiva rappresentazione corticale cerebrale del nervo pudendo (situazione che porta ad amplificare a livello centrale gli stimoli sensoriali provenienti dai genitali).

Le cause di EP secondaria sono rappresentate da:

  • Infiammazioni a livello del basso tratto urogenitale (come ad esempio prostatiti, vesciculiti, uretriti, balano-postiti) e sindrome da dolore pelvico cronico.

  • Distiroidismi (in particolare l’ipertiroidismo).

  • Disfunzione erettile: è presente in circa il 30% dei pazienti con EP; in questi casi l’eccessiva stimolazione necessaria a raggiungere una valida erezione determina la comparsa di un’eiaculazione anticipata.

  • Sospensione improvvisa di terapie a base di anti-depressivi.

Molto spesso la genesi del problema è multifattoriale e coesistono nello stesso paziente cause organiche e cause psicogene (come stress, ansie, paure, conflitti relazionali e varie altre problematiche sessuologiche). Questo aspetto complica l’approccio terapeutico e determina la necessità di trattare questi pazienti in modo multidisciplinare: alla figura dell’urologo e/o dell’andrologo è spesso utile affiancare la consulenza dello psicologo / sessuologo.

Trattamento

Terapie comportamentali:

Si tratta di pratiche comportamentali volte a ritardare l’eiaculazione. Si eseguono solitamente con la collaborazione della partner. Una di queste è la strategia dello “Stop-Start” che consiste nell’arresto momentaneo del rapporto poco prima del raggiungimento dell’orgasmo con successiva ripresa dopo adeguata attesa. Un'altra tecnica proposta è quella dello “Squeeze” che prevede la compressione digitale del pene prima dell’eiaculazione in modo da determinare una minima detumescenza e da ritardare l’orgasmo. Un’ulteriore strategia empirica prevede la masturbazione prima del rapporto, in modo tale da desensibilizzare il pene e ritardare una successiva eiaculazione.

Tecnica dello squeeze

Il ruolo della donna nella tecnica dello squeeze è fondamentale poiché, quest’ultima anziché fermarsi, quando il compagno le fa segno dell’approssimarsi del momento critico, dovrà afferrare il pene eretto sotto il glande e schiacciarlo con forza, fino a che l’uomo non perderà buona parte della sua erezione.

Tecnica dello stop and start

La tecnica dello stop start prevede che l’uomo assuma una posizione comoda, possibilmente sdraiato sulla schiena, in modo da favorire la concentrazione sulle sensazioni piacevoli che prova mentre è stimolato dalla partner. Quando l'uomo si sente vicino al piacere orgasmico, deve chiedere alla partner di fermarsi. Una volta cessata “l’urgenza eiaculatoria”, l'uomo deve invitare la partner a riprendere nuovamente la stimolazione per poi fermarsi ancora quando si ripresenta una eccessiva intensità di piacere; questa terapia sessuale deve essere ripetuta per quattro, cinque volte di seguito. Dopo aver raggiunto un buon controllo con la stimolazione manuale, si passa a fare lo stesso esercizio con l'utilizzo di creme o altro per ottenere una lubrificazione che simuli l'ambiente vaginale. Successivamente si procede con la penetrazione continuando ad applicare la tecnica stop start, interrompendo, per quattro, cinque volte il rapporto sessuale quando si è vicini al "momento critico".

La tecnica stop start è una terapia sessuale consigliata da numerosi sessuologi soprattutto quando l’eiaculazione precoce è causata da ansia da prestazione. Quest’esercizio però deve essere comunque associato ad un buon trattamento farmacologico altrimenti i risultati saranno alquanto scarsi.

Psicoterapia:

Questo approccio, anche definito counseling o terapia della parola, si basa su una serie di colloqui con uno psicologo e/o sessuologo. Le sedute comportano solitamente il coinvolgimento anche della partner femminile. Consentono spesso di ottenere buoni risultati nel tempo.


Creme anestetiche per uso topico:

All’interno di una terapia multimodale nei soggetti con eiaculazione precoce vengono spesso utilizzati con successo anche farmaci ad azione topica, volti a ridurre la sensibilità del pene. Fino a poco tempo fa gli unici presidi disponibili erano rappresentati da gel o creme anestetiche contenenti lidocaina e prilocaina (come Emla). Da pochi giorni è disponibile in farmacia il Fortacin, uno spray contenete gli stessi principi attivi realizzato appositamente per il trattamento dell’eiaculazione precoce primaria.

Fortacin: composizione ed efficacia.

Fortacin è una miscela di lidocaina 150mg/ml e di prilocaina 50mg/ml. Lo spray permette la deposizione sul pene di una soluzione oleosa con elevate concentrazioni dei principi attivi, in modo da facilitare il loro assorbimento e garantire un rapido inizio dell’azione terapeutica. Lidocaina e prilocaina agiscono bloccando la trasmissione nervosa a livello del glande, riducendone la sensibilità.

L’assorbimento risulta completo a livello delle mucose del glande, mentre è quasi trascurabile in corrispondenza della cute cheratinizzata dell’asta del pene, che mantiene quindi una piena sensibilità.

Fortacin – all’interno di studi scientifici caso-controllo randomizzati - è risultato significativamente più efficace del placebo nell’aumentare lo IELT di pazienti con eiaculazione precoce. L’efficacia risulta mantenuta e incrementata con l’uso ripetuto nel tempo, con aumento del tempo di latenza eiaculatoria intravaginale fino a 5-6 volte rispetto al valore basale.

Effetti collaterali:

Sono risultati rari e di scarsa pericolosità. Il più frequente è l’eccessiva desensibilizzazione del pene (definita “ipoestesia genitale”): si è verificata in meno del 5% dei casi. Un certo grado di ipoestesia genitale è stata osservata anche nelle partner dei soggetti che hanno utilizzato il fortacin, con un’incidenza comunque molto bassa, inferiore all’1%.

Un altro effetto collaterale è costituito dalla riduzione della rigidità del pene in erezione: problemi di disfunzione erettile si sono verificati nel 4,4% dei pazienti in cura con il Fortacin.

Vantaggi e svantaggi dello spray rispetto alla crema:

Rispetto alla crema anestetica il Fortacin risulta sicuramente più pratico e discreto nell’utilizzo.

  1. Lo spray è meno appariscente, praticamente invisibile dopo pochi minuti dall’applicazione. La crema al contrario si assorbe molto lentamente e in modo solo parziale: prima di iniziare il rapporto è necessario un accurato lavaggio del pene per rimuovere la parte non assorbita.

  2. La formulazione del farmaco in forma di spray permette un assorbimento molto veloce e un rapido inizio dell’azione terapeutica, presente già dopo 5 minuti dall’applicazione. L’assorbimento della crema è invece molto più lento e l’effetto desensibilizzante si completa solo dopo una ventina di minuti.

  3. L’utilizzo del nebulizzatore consente una maggiore precisione della dose di farmaco effettivamente applicata; la quantità di crema può invece variare in maniera considerevole tra un’applicazione e l’altra.

Lo svantaggio è unico e riguarda il costo. Una confezione di Fortacin costa poco meno di 40 euro, circa 4 volte in più rispetto a un tubetto di Emla crema (a parità di numero di rapporti consentiti dalla quantità di farmaco).

Come si utilizza Fortacin:

La dose raccomandata di Fortacin è di 3 nebulizzazioni. Lo spray va applicato in modo da ricoprire l’intera superficie del glande (dividendolo idealmente in tre porzioni, ciascuna “bersaglio” di una nebulizzazione). E’ ovviamente necessario retrarre la cute prepuziale e scoprire completamente il glande prima dell’applicazione.

Fortacin va utilizzato circa 5 minuti prima di iniziare l’atto sessuale; prima dell’applicazione bisogna agitare il contenuto e viene raccomandato di eseguire una prima nebulizzazione in aria.

Si consiglia di non superare le 3 applicazioni nell’ambito della stessa giornata e di lasciar passare almeno 4 ore tra due diversi utilizzi.

Ogni confezione di Fortacin contiene una quantità di farmaco sufficiente per circa 12-14 rapporti.

Farmaci:

  • Terapia continuativa con farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): determinano un incremento della disponibilità di serotonina nello spazio intersinaptico. Si tratta di farmaci comunemente usati come antidepressivi (come la paroxetina, fluoxetina, sertralina): diversi studi clinici hanno dimostrato la loro efficacia nel prolungare il tempo di latenza eiaculatoria (fino a otto volte rispetto al valore iniziale). Prevedono una somministrazione quotidiana e continuativa nel tempo; possono essere responsabili di effetti collaterali (soprattutto nelle fasi iniziali della terapia) come sbadigli, stanchezza, nausea, sudorazione e in alcuni casi anche calo del desiderio sessuale e deficit erettile. Sebbene l’efficacia di questi farmaci sia dimostrata, nessun SSRI convenzionale è ufficialmente approvato per la terapia dell’EP: il loro utilizzo resta quindi “off-label”.

  • Terapia “al bisogno” con Dapoxetina (Priligy): si tratta di un nuovo farmaco SSRI caratterizzato da azione rapida e breve emivita, designato appositamente per un utilizzo “on-demand” (va assunto circa 1-3 ore prima dei rapporti). Si tratta al momento dell’unico farmaco disponibile con indicazione ufficiale per il trattamento dell’EP. L’assunzione al bisogno si traduce in una minore incidenza di effetti collaterali rispetto alla terapia continuativa con SSRI e senza rischi di sviluppare una sindrome da astinenza dopo la sospensione. Gli studi clinici iniziali hanno evidenziato una buona efficacia della dapoxetina nel ritardare l’eiaculazione; tuttavia l’esperienza clinica ci suggerisce che i risultati di questo farmaco sono purtroppo inferiori rispetto a quelli ipotizzati inizialmente.

  • Farmaci alfa-litici: svolgono un’azione inibitoria sui recettori alfa-adrenergici responsabili – tra l’altro – delle contrazioni muscolari a livello vescicolare che determinano l’eiaculazione. Sono normalmente impiegati nella terapia sintomatica dei pazienti con iperplasia prostatica benigna (IPB) dove possono determinare ritardo eiaculatorio e in alcuni casi addirittura anorgasmia. La silodosina sembra essere il più efficace di questa categoria di farmaci. La loro reale efficacia nella terapia dell’EP resta tuttavia da dimostrare.

  • Farmaci inibitori della Fosfodiesterasi5 (PDE5): sono comunemente utilizzati nel trattamento della disfunzione erettile (Sildenafil, Tadalafil, Vardenafil). Nei casi di EP secondaria a deficit erettile la loro efficacia nel ritardare l’eiaculazione è dimostrata. Sono stati impiegati a livello sperimentale anche in pazienti con EP primaria: i risultati sembrano discreti anche se andranno confermati nel tempo.

Terapie chirugiche:

In pazienti con EP primaria può essere proposto un intervento di circoncisione o frenulotomia con lo scopo di ridurre la sensibilità peniena (anche in assenza di situazioni fimotiche o di frenulo breve). Questi interventi, caratterizzati da effetti collaterali minimi, hanno tuttavia un’efficacia non dimostrata nell’aumentare il tempo di latenza eiaculatoria.

Conclusioni:

L’Eiaculazione precoce rappresenta una disfunzione sessuale purtroppo comune e spesso responsabile di severi disagi personali e relazionali. Le modalità terapeutiche sono multiple e possono richiedere spesso la collaborazione di specialisti diversi (urologo, andrologo, psicologo, sessuologo). Le terapie comportamentali, la psicoterapia, I farmaci SSRI, le terapie topiche e in minore misura anche gli inibitori delle PDE5 e gli alfa-litici, sono strumenti efficaci che possono essere utilizzati - spesso in associazione tra loro - nel trattamento dell’EP.